Conclusa l’epoca medievale, caratterizzata inizialmente da un disastro socio-economico e poi da una lenta ma costante ripresa, il Rinascimento è protagonista di una fioritura culturale ad ampio raggio che coinvolge anche la tradizione culinaria europea. È in questa epoca che si diffondono i primi manuali sulle abitudini alimentari e il comportamento corretto da tenere durante i pasti, celebre il Galateo dell’Arcivescovo Giovanni Della Casa.
La scoperta dell’America e la successiva colonizzazione delle sue terre portano in Europa tanti cibi mai visti, come la patata, il fagiolo, il peperone, il mais e il cacao. I cuochi più bravi acquistano grande fama e vengono assunti da re e regine, soprattutto a Parigi, nuovo centro culturale mondiale, dove la cucina inizia a trasformarsi in una vera forma d’arte che richiede la massima raffinatezza.
Sono anche gli anni del boom della pasticceria, della gelateria, del caffè e della cioccolata. In Italia il mais americano viene utilizzato per preparare la polenta, mentre in Francia il pomodoro viene trasformato in salse per condire la pasta.
Nel Settecento non ci sono grossi cambiamenti per quanto riguarda le abitudini alimentari, tuttavia vengono creati degli innovativi sistemi di regolazione del fuoco di cottura che facilitano la preparazione dei piatti. La Francia continua a essere il punto di riferimento culturale: la rivoluzione francese porta con sé una forte aria di rinnovamento che coinvolge anche l’ambito culinario dal punto di vista della convivialità: ora la tavola diventa non più sfoggio di ricchezza e bon ton, ma occasione di conversazione e dibattito.